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Facciamo un gioco insieme? È facile, perché esiste una sola regola da seguire per vincere: immaginare.
Ora, provate, appunto, a immaginare una calda giornata di tarda primavera, nella quiete bucolica offerta dall’Oasi naturalistica “Olimpia” di Cassano d’Adda.
Fermatevi un istante, per poi proseguire.
Ai contorni della vostra “fotografia”, aggiungete l’entusiasmo contagioso dei ragazzi (e dei loro accompagnatori) di quattro associazioni: “Cdd L’astronave della cooperativa Solaris”, “Cdd Terre di mezzo”, “Cdd Usmate Velate” e “I ragazzi di Robin”.
Pausa.
Immaginate ancora un pilota. Sì, proprio un centauro. Avete presente quelli spericolati, ammirati più volte in televisione, e anche un po’ pazzi? Bene, però di moto d’acqua.
Un campione non solo per le ardite e scenografiche evoluzioni disegnate tra le onde, ma soprattutto di generosità.
A questo ragazzo d’oro, date, per esempio, il volto di Manuel Reggiani, responsabile dell’associazione “3zero3 Jetski racing team”.
Eppure, allo storyboard mentale che stiamo impostando, manca un nome.
Non va bene, perché l’evento va contestualizzato.
Vediamo…Lo chiameremo “Enjoy the ride”.
Prendiamoci ancora del tempo per riordinare i tasselli del puzzle.
Dunque, abbiamo un’oasi naturalistica, una trentina di ragazzi portatori di disabilità, i loro cari ed educatori e un campione di moto d’acqua.
Certo, ci saremmo anche noi dell’associazione “Mio Fratello”, organizzatori dell’evento, ma preferiamo restare confinati nella periferia dei vostri pensieri. Là, seduti in un angolino nascosto, ad immaginare insieme a voi.
Ora domandiamoci: perché è necessario questo gioco d’immaginazione? Qual è lo scopo ultimo se, alla fine, si tratta solo del racconto di una giornata?
Molto semplicemente, per evitare l’atrofia della memoria.
Oppure, se preferite, per recintare il contesto di cui parlavamo poco fa.
Contesto, indubbiamente, da costruire attraverso le parole, ma da scolpire dentro di noi con infinite “fotografie”.
D’altra parte, per dirla con John Berger, «Le fotografie sono sempre un relitto del passato, anche se scattate ieri, ma il loro scopo non è ricordarci qualcosa, è quello, più profondo, di ricordarci di ricordare».
Un nuovo senso di comunità, infatti, si costruisce anche così, perché abbattere l’isolamento sociale non è utopia. Si può.
Si può con la mototerapia, si può con una grigliata da consumare insieme, si può grazie al lavoro instancabile di educatori e famiglie, si può con l’impegno di chi, come noi, opera nel terzo settore.
Ma si può, anche, svegliandosi un giorno qualsiasi. Un giorno in cui pensare che il dolore degli altri non è altro che il carburante in grado di muovere le nostre pigre coscienze.
Ce l’hanno insegnato proprio questi ragazzi affetti da disabilità, con i loro sorrisi semplici e puri, capaci, però, di trasferire entusiasmo, gioia e un’impareggiabile forma d’amore.
Infine, un sentito ringraziamento ai responsabili della logistica lombarda di Amazon #Insiemeconamazon #TogetherWithAmazon , che hanno condiviso con noi questo percorso di solidarietà.
A Laura Magnani di Lombardia TV, a Json Andriani per le spettacolari immagini registrate con drone e GoPro Camera (che presto si tradurranno in un emozionante video), e a Michelangelo Bortuna per gli splendidi scatti che impreziosiscono questo post.
Se ti prendi cura delle persone, vinci sempre.